Bilancio di sostenibilità: obbligo o opportunità per le PMI?
Introduzione
Il bilancio di sostenibilità è uno strumento sempre più diffuso nel panorama aziendale europeo. Tra aggiornamenti normativi e spinte di mercato, cresce il numero di imprese che lo adottano. Non solo quelle obbligate: aumentano anche le PMI che scelgono volontariamente di rendicontare le proprie performance non finanziarie.
Bilancio di sostenibilità e obblighi normativi: cosa prevede la CSRD
Il principale riferimento normativo è la Direttiva CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, che ha ampliato e rafforzato gli obblighi di rendicontazione non finanziaria.
La recente “Direttiva Stop the Clock” ha posticipato alcune scadenze, ma non ha modificato l’impianto generale: il bilancio di sostenibilità è destinato a diventare uno standard per fare impresa in Europa.
Cosa sta succedendo nel mercato?
Sempre più PMI scelgono di redigere un bilancio di sostenibilità anche in assenza di obbligo normativo.
Le motivazioni principali? Rispondere alle richieste di:
- clienti multinazionali, che chiedono fornitori sostenibili;
- istituti di credito, che valutano i profili ESG per l’accesso al credito;
- bandi pubblici, che premiano le imprese responsabili.
Quali ostacoli affrontano le PMI?
Molte PMI faticano ad avviare un percorso di sostenibilità per:
- mancanza di competenze interne;
- risorse economiche limitate;
- difficoltà nel percepire un vantaggio immediato.
Ma il mercato sta rispondendo: strumenti come l’ESG Assessment offrono un primo passo accessibile, mentre crescono software dedicati e consulenti specializzati.
Un ecosistema sempre più adatto anche alle realtà di piccole e medie dimensioni.
Bilancio di sostenibilità: un’opportunità di crescita per le PMI
Adottare pratiche sostenibili consente alle PMI di aumentare i numeri dell’impresa:
- diventando fornitori affidabili per clienti strategici;
- accedendo a fondi pubblici e finanziamenti agevolati;
- migliorando la propria posizione nei mercati di riferimento.
Le grandi multinazionali sono già pronte. Le PMI, pur con risorse diverse, possono competere con strategia e visione a lungo termine.
Bilancio di sostenibilità: leva per lo sviluppo aziendale
Oltre agli aspetti economici, la sostenibilità può incidere anche sugli aspetti qualitativi dell’impresa, come:
- il clima interno;
- il rapporto con il territorio;
- qualità dell’occupazione;
- e la reputazione aziendale.
Tutti asset intangibili ma strategici, che incidono sulla capacità delle imprese di essere imprese di qualità e resilienti nel tempo.
Il bilancio di sostenibilità come strumento di gestione
Il bilancio non è solo un documento da redigere ma può diventare uno strumento di gestione strategica interna, perché permette di:
- raccogliere e misurare dati ambientali, sociali e di governance (ESG);
- monitorare impatti e risultati nel tempo;
- individuare aree critiche o di miglioramento;
- prevenire rischi normativi e reputazionali;
- sviluppare politiche e strategie più consapevoli.
In poche parole: fa emergere dati, che restituiscono informazioni di valore utili per migliorare sia i numeri che gli asset intangibili dell’impresa.
Conclusioni: meglio anticipare il cambiamento
Il cambiamento è già in corso: entro il 2030, la rendicontazione di sostenibilità sarà un requisito per la maggior parte delle imprese europee.
Ma chi inizia ora può trasformare l’anticipo in vantaggio, posizionandosi e sfruttando le opportunità già disponibili.
Raccogliere, misurare e analizzare dati non finanziari permette alle imprese di sviluppare strategie più solide e in linea con l’evoluzione del mercato.
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